"Siamo nell'era dell'uomo mediocre, che è ottuso, noioso, incolore: ma inevitabilmente vittorioso. L'ameba vive più a lungo della tigre perché si divide e continua nella sua immortale monotonia. Le masse sono gli ultimi tiranni. [...] La voce dei mediocri è inarticolata ma assordante. Essi non hanno cervello, però hanno mille braccia con le quali afferrarti, stringerti e tirarti giù." ("Shibumi. Il ritorno delle gru", Trevanian, pag. 144)